Il tempo è il 1985 e il luogo è l’Università di Harvard a Cambridge in Massachusetts. L’occasione è l’invito ufficiale, da parte dell’Università, a tenere le “Charles Eliot Norton Poetry Lectures.” Trattandosi del prestigioso professorato che prese inizio nel 1926 – già ricoperto, fra gli altri, a T.S Eliot, Jorge Luis Borges, Octavio Paz – la tematica è scelta dopo un’attenta analisi: i valori letterari da conservare nel prossimo millennio, da trattare in un ciclo di sei lezioni monografiche, ognuna mirata ad affrontare un singolo valore.
Leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità. La sesta lezione che rimane incompleta, è poi aggiunta a conclusione dell’opera postuma con il titolo di “consistency” in italiano tradotto con “cominciare e finire.” Il titolo dell’opera in inglese è “Six memos for the next millennium”, tradotto poi nell’edizione italiana postuma del 1988 da Esther Calvino in “Lezioni Americane.” Esther racconta che, durante il periodo della stesura, l’amico Pietro Civati soleva spesso porgere a Italo la domanda “come vanno le lezioni americane?” e così quello divenne il titolo italiano dell’opera.
La leggerezza è il tema della prima lezione: non è intesa come frivolezza ma come capacità di affrontare la vita accogliendola in tutta la sua bellezza e drammaticità con distacco e senza esserne travolti. La rapidità è la velocità mentale della narrazione che dovrebbe riuscire ad agganciare il lettore coinvolgendolo completamente nella storia. L’esattezza indica che ogni racconto dovrebbe essere proporzionato e ben bilanciato nelle sue parti come lo è un cristallo: la cui bellezza, pur nella sua complessità, appare assolutamente fruibile.
La visibilità è intesa come la capacità della storia di usare parole, frasi e costruzioni sintattiche che riescano a creare immagini vivide nella mente del lettore. La molteplicità significa che un’opera letteraria per riuscire a descrivere la vita e il mondo in tutta la sua varietà deve essere in grado di rispecchiarne la continua trasformazione, sperimentandone le diverse sfaccettature a livello stilistico e narrativo. L’ultima lezione, lasciata incompleta riguarda la necessità per una storia, come per un cerchio, di creare un inizio che si ricolleghi a una conclusione in cui le dinamiche aperte in precedenza possano essere chiuse, quindi trascese o interiorizzate in modo armonioso.
Seguendo il cerchio aperto dalle “Lezioni” e tornando all’inizio del loro sviluppo, ci accorgiamo che già il primo studio sulla leggerezza conteneva in pillole tutto l’universo valoriale narrato nei seguenti.
“se volessi scegliere un simbolo augurale per l’affacciarsi al nuovo millennio, sceglierei questo: l’agile salto improvviso del poeta-filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno della morte, come un cimitero d’automobili arrugginite.”
Il poeta filosofo cui Italo si riferisce, è Guido Cavalcanti, esponente della scuola letteraria due-trecentesca dello Stilnovo, come rappresentato da Boccaccio mentre passeggia meditabondo tra i sepolcri di marmo davanti a una chiesa e, dopo aver incontrato la gioventù dorata fiorentina che ne deride l’austerità, appoggiando una mano sulle lapidi “come colui che leggerissimo era, prese un salto e fusi gittato dall’altra parte, e sviluppatosi da loro se ne andò.”
L’immagine di Cavalcanti che salta leggiadro scavalcando una lapide sa essere allo stesso tempo leggera, rapida, esatta, visibile e molteplice e si fa esplicativa dei valori della letteratura del nuovo millennio che nella mente di Calvino avrebbero liberato l’esperienza individuale dalla sua pesantezza ontologica verso elaborazioni emotive e intellettuali più evolute. Le lezioni si presentano allora sia come una guida fondamentale per chiunque voglia imparare a raccontare una storia, sia come salto verso la scoperta di un percorso valoriale capace di ampliare gli orizzonti, amplificando la capacità di sentire e di interagire con la vita.